DDT (dicloro-difenil-tricloroetano) forse il più noto fra i POP( persistent organic pollutants), inquinanti organici persistenti di comprovata tossicità, che persistono lungamente nell’ambiente, e poiché hanno una certa volatilità, si diffondono anche in regioni lontane da quelle in cui sono state utilizzati.
Alla fine della seconda guerra mondiale si vede apparire per la prima volta il celebre “pesticida”presentato dagli esperti dell’epoca come rimedio miracoloso contro malaria e peste, antiparassitario largamente usato anche nei campi nazisti .
I gas di combattimento della Prima Guerra Mondiale, i gas clorati, sono all’origine dei pesticidi di sintesi.
Alcuni, ideati per uccidere l’uomo, erano testati in laboratorio su amimali per stabilirne le dosi letali, si scoprirono cosi altre proprietà, insetticida, per esempio. L’utilizzo di pesticidi resta d’attualità in tutte le guerre, alcuni neurotossici utilizzati nella guerra del golfo sarebbero, infatti, responsabili della famosa sindrome che porta lo stesso nome.
All’indomani della Seconda Guerra Mondiale, si aveva un enorme desiderio di lotta contro un’agricoltura completamente disorganizzata, una preoccupante sotto-produzione di cibo, un bisogno di ritrovare un’autosufficienza alimentare molto rapidamente.
La follia è stata aver continuato ad intensificare, ad utilizzare sempre più prodotti chimici in agricoltura, nonostante la principale missione di autosufficenza fosse stata rapidamente attesa.
Il sistema ha presto degenerato, già ai primi anni 50’ abbiamo avuto chiari avvertimenti del pericolo a cui stavamo andando ncontro, i primi veri effetti indesiderabili! E’ li’ che avremmo dovuto mettere un freno.
E’ stato allora che ci siamo resi conto che gli effetti di una utilizazione intensiva non era solo puntuale ma larga che minacciava tutto l’ecosistema.
Patate immangiabili, ragno rosso diventato resistente al pesticida che attaccava sempre più le vigne, gli insetti dannosi, infatti, sviluppavano resistenza contro l’insetticida, mentre specie utili potevano soccombere alla sua azione etc..; ùquesti e molti altri le “anomalie” agli inizi degli anni 60’.
Il cocktail di prodotti chimici attualmente in circolazione è preoccupante, da tempo si sono viste apparire malattie legate all’uso di queste sostanze ma solo qualche anno fa si è fatto, “parzialmente” il punto sul loro impatto sulla salute e sull’ambiente stilando poche e vaghe regole sulla sola”limitazione” all’uso sebbene chiaro che essi sono dannosi anche alle più basse concentrazioni.
La sola agricoltura che ne vieta l’uso è quella biologica.
L’essere umano è esposto ad una multitudine di sorgenti inquinanti.Tutte potenzialmente importanti.
Se si escludono le esposizioni dirette accidentali e domestiche, l’inquinamento alimentare è quella più preoccupante con residui dell’ordine di milligrammi per kilo, si calcola che il 48% degli alimenti contenga pesticidi tra i quali il 4% superano il limite massimo residuo.
Alcune molecole sono altamente cancerogene , altre sconvolgono i sistemi immunitari e ormonali o aumentano i rischi di malformazioni intra-uterine.....l’urgenza è quella di ridurne l’utilizzo generale, ma le cose non possono essere fatte in qualche giorno, inizialmente bisognerebbe cercare di fare sforzi nello sviluppare rapidamente l’agricoltura biologica e convertire le superfici “contaminate” progressivamente procedendo per tappe e passando prima per forme di “agricoltura integrata”, molti paesi, come la Svizzera, Danimarca,Svezia,Olanda e Norvegia già hanno adottato una simile strada alternativa!
Resta pero’ difficile ricostruire tanti anni di malessere legato all’uso di questi veleni, resta difficile portare davanti ad un tribunale migliaia di casi di cancro legati all’uso di pesticidi, il passato non lo si puo’ cambiare, il presente ed il futuro dei nostri figli, pero’, è ancora nelle nostre mani!!