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Di tutto un po'.. rubacchiato nell'etere o improvvisato al momento ^^
 
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 Goyathlay

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MessaggioTitolo: Goyathlay   Goyathlay Icon_minitimeLun Mar 03, 2008 4:46 pm

lo stavo vivendo pacificamente con la mia famiglia, avevo cibo a sufficienza, dormivo bene, avevo cura della mia gente e stavo benissimo. Non so chi fu il primo a mettere in giro quelle brutte storie.

Ci stavamo comportando bene; e il mio popolo stava bene. lo mi comportavo bene. Non avevo ucciso né un cavallo né un uomo, ne americano né indiano. lo non so di che cosa la gente ci accusasse.

Essi sapevano come stavano le cose e tuttavia dissero che io ero un uomo cattivo: l'uomo peggiore del posto; ma che cosa avevo fatto? lo stavo vivendo pacificamente qui con la mia famiglia sotto l'ombra degli alberi, facendo proprio ciò che il generale Crook mi aveva detto di fare e cercando di seguire il suo consiglio. lo voglio sapere ora chi ha ordinato di arrestarmi. lo stavo pregando la luce e l'oscurità.

Dio e il sole, di lasciarmi vivere tranquillamente qui con la mia famiglia. Non so per quale ragione quella gente parlava male di me. Molto spesso si raccontano storie sui giornali che io sto per essere impiccato. lo non voglio che lo si dica più. Quando un uomo cerca di fare il giusto, simili storie non dovrebbero apparire sui giornali. Ora, sono rimasti pochissimi dei miei uomini, Essi hanno fallo alcune cose cattive, ma io non voglio. che vengano tutti cancellati e non si parli più di loro, Sono rimasti così pochi di noi.

Goyathlay (Geronimo)

Dopo la morte di Kociss nel 1874, Taza, suo figlio maggiore, divenne capo dei Chiricahua,e Taglito (Tom Jeffords) continuò a fare l'agente nella riserva di Passo Apache. Contrariamente a suo padre, Taza non riuscì ad assicurarsi la costante obbedienza di tutti i Chiricahua. Nel giro di pochi mesi questi Apache si divisero in fazioni, e nonostante i seri sforzi compiuti sia da Taza che da Jeffords, ripresero le incursioni che Kociss aveva severamente proibito.

Poiché la riserva dei Chiricahua si trovava vicino al Messico, divenne una tappa obbligata e un rifugio per i gruppi di predoni apache che entravano e uscivano dall'Arizona e dal Messico. Coloni affamati di terra, minatori e politici non persero tempo a chiedere lo spostamento di tutti i Chiricahua in qualche altra località.

Nel 1875 la politica indiana del governo degli Stati Uniti tendeva alla concentrazione delle tribù o nel Territorio Indiano o in vaste riserve regionali. La riserva White Mountain, coni suoi due milioni e mezzo di atri nell'Ari zona orientale, era più grande di tutte le altre riserve apache del Sudovest messe insieme.

La sua agenzia, San Carlos, era già la sede amministrativa di sette bande apache, e quando i funzionari di Washington cominciarono a ricevere rapporti di disordini nella riserva dei Chiricahua, pensarono che questa era un'eccellente scusa per spostare i Chiricahua a San Carlòs.

L'agenzia, posta alla confluenza dei fiumi San Carlos e Gila, era considerata dagli ufficiali dell'esercito uno dei posti più desolati e inospitali. «Un terreno piatto e ghiaioso , scrisse uno «si elevava di circa 9 metri sopra le rive del fiume, ed era punteggiato qua e là dagli edifici di mattoni grigi dell'agenzia. Squallidi filari di pioppi sparuti, striminziti, quasi senza foglie, segnavano il corso del fiume. La pioggia cadeva così raramente che quando pioveva sembrava di assistere a un fenomeno eccezionale.

Venti quasi sempre secchi, caldi spazzavano la pianura, sollevando nubi di polvere e di sabbia, distruggendo ogni traccia di vegetazione. In estate una temperatura di 43° all'ombra era considerata un clima fresco.

In tutti gli altri periodi dell'anno sciamavano a milioni mosche, zanzare e piccoli insetti innominabili...

L'agente di questo posto, nel 1875, era lohn Clum, che pochi mesi prima aveva salvato Eskiminzine i suoi Aravaipa da Camp Grant e li aveva aiutati a diventare praticamente autosufficienti, irrigando la terra lungo il fiume Gila. Con il suo modo cocciuto di fare, Clum costrinse i militari a ritirarsi dalla vasta riserva White Mountain, sostituì le truppe con una compagnia di Apache, che aveva l'incarico di mantenere l'ordine pubblico nella loro agenzia, e istituì un sistema di tribunali apache per processare i trasgressori. Sebbene i suoi superiori vedessero con sospetto il metodo non ortodosso di Clum di permettere agli indiani di prendere le proprie decisioni, non poterono negare il suo successo nel mantenere la pace a San Carlos.
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MessaggioTitolo: Re: Goyathlay   Goyathlay Icon_minitimeLun Mar 03, 2008 4:46 pm

Il 3 maggio 1876 l'agente Clum ricevette un telegramma dal commissario agli Affari Indiani, che gli ordinava di recarsi nella riserva chiricahua, di occuparsi degli indiani del posto, di sospendere l'agente Jeffords e di spostare i Chiricahua a San Carlos. Clum non era entusiasta di questo incarico spiacevole;

dubitava che i Chiricahua, amanti della libertà, si sarebbero adeguati alla vita regolata nella riserva White Mountain. Insistendo perché l'esercito tenesse a distanza la cavalleria, Clum condusse la sua polizia indiana a Passo Apache per informare i Chiricahua del loro spostamento forzato.

Fu sorpreso di vedere che Jeffords e Taza erano disposti a collaborare. Taza, come suo padre Kociss, voleva mantenere la pace. Se i Chiricahua dovevano lasciare la loro patria e andare a White Mountain per mantenere la pace, lo avrebbero fatto. Tuttavia, solo la metà circa dei Chiricahua marciò verso San Carlos. Quando l'esercito entrò nella riserva abbandonata per rastrellare i recalcitranti, la maggior parte di essi passò il confine e fuggì nel Messico.

Fra i loro capi vi era un Apache Bedonkohe di quarantasei anni che si era alleato da giovane con Mangas Colorado, e poi aveva seguito Kociss, ed ora si considerava un Chiricahua. Si chiamava Goyathlay, ed era meglio conosciuto dai bianchi come Geronimo.

Sebbene i Chiricahua che andarono volontariamente a San Carlos non nutrissero per l'agente Clum gli stessi calorosi sentimenti delle altre bande apache, non gli procurarono fastidi. Più tardi, nell'estate del 1876, quando Clum otte"nne il permesso dall'lndian Bureau di condurre ventidue Apache a fare un giro nell'Est, invitò Taza a venire. Sfortunatamente, mentre il gruppo stava visitando Washington. Taza morì improvvisamente di polmonite e fu sepolto nel cimitero del Congresso.

Clum, tornato a San Carlos, dovette affrontare Naiche, un fratello minore di Taza. «Tu hai portato via mio fratello, disse Naiche,- «Egli stava bene ed era forte, ma tu sei tornato indietro senza di lui, e dici che è morto. lo non lo so.

Penso che forse tu non ti sei curato di lui. Hai permesso che venisse ucciso dagli spiriti maligni dei visi pallidi. lo ho un grande dolore nel mio cuore. Clum tentò di rassicurare Naiche chiedendo a Eskiminzin di fare un resoconto della morte di Taza, ma i Chiricahua rimasero sospettosi. Senza i consigli di Taglito Jeffords, non sapevano fino a che punto potevano fidarsi di John Clum o di qualsiasi altro uomo bianco.

Durante l'inverno del 1876-1877 i loro parenti nel Messico, ogni tanto, entravano furtivamente nella riserva portando notizie di ciò che accadeva oltre il confine. Avevano saputo che Geronimo e la sua band(i stavano compiendo razzie ai danni dei loro vecchi nemici, i messicani, e stavano mettendo insieme grosse mandrie di bestiame e di cavalli.

In primavera Geronimo aveva portato questo bestiame rubato nel Nuovo Messico, lo aveva venduto ai ranchers bianchi, e aveva comperato nuovi fucili, cappelli, stivali e molto whiskey. Questi Chiricahua si stabilirono in un nascondiglio vicino ai loro cugini Mimbres, presso l'agenzia Ojo Caliente, dove il capo era Victorio.

Nel marzo 1877 John Clum ricevette ordini da Washington di condurre la sua polizia apache a Ojo Caliente e di trasferire a San Carlos gli indiani che erano lì. Inoltre, doveva arrestare Geronimo e tutti gli altri Chiricahua «rinnegati, che si trovavano nelle vicinanze. Geronimo dichiarò in seguito a questo proposito: «Da San Carlos furono mandate due compagnie di esploratori.

Fecero sapere a me e a Victorio di venire in città. I messaggeri non dissero ciò che volevano da noi, ma poiché sembravano amici, pensammo che volessero tenere un consiglio e andammo a cavallo a incontrare gli ufficiali. Appena arrivammo in città,i soldati ci circondarono, ci disarmarono e ci condussero entrambi al quartier generale dove fummo processati da una corte marziale. Ci fecero solo poche domande, poi Victorio fu rilasciato e io fui condannato alla prigione. Le guide mi condussero in carcere e mi incatenarono.

Quando io chiesi loro perché facevano questo, dissero che era perché io avevo lasciato Passo Apache e io non credo di aver mai dipeso da questi soldati a Passo Apache, o che avrei dovuto chiedere loro dove potevo andare...

Fui tenuto prigioniero per quattro mesi, durante i quali fui trasferito a San Carlos. Poi credo di aver avuto un altro processo, sebbene non fossi presente. In realtà, non so se ho avuto un altro processo, ma mi è stato detto che l'ho avuto, comunque, fui rilasciato.

'Sebbene Victorio non fosse stato messo agli arresti, egli e la maggior parte degli Apache di Warm Springs furono trasferiti a San Carlos nella primavera del 1877. Clum si sforzò di conquistare la fiducia di Victorio, conferendogli un'autorità maggiore di quanto il capo ne avesse mai avuta a Ojo Caliente. Per poche settimane sembrò quasi che potessero svilupparsi nella riserva White Mountain pacifiche comunità di Apache, ma poi improvvisamente l'esercito spostò una compagnia di soldati sul fiume Gila (Fort Thomas).

L'esercito annunciò che si trattava di una manovra precauzionale a causa della concentrazione a San Carlos di «quasi tutti gli indiani più refrattari del Territorio , Clum era furioso. Telegrafò al commissario degli Affari Indiani, chiedendo l'autorizzazione di equipaggiare un'altra compagnia di polizia apache per sostituire i soldati e chiedendo che le truppe fossero allontanate.
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MessaggioTitolo: Re: Goyathlay   Goyathlay Icon_minitimeLun Mar 03, 2008 4:47 pm

A Washington, i giornali vennero a conoscenza dell'audace richiesta di Clum e la pubblicarono. La cosa sollevò le ire del dipartimento della Guerra.

Nell'Arizona e nel Nuovo Messico i fornitori civili dell'esercito, temendo una massiccia partenza dei soldati e una perdita di affari redditizi, condannarono la «sfacciataggine e l'impudenza, del pivello ventiseienne che credeva di poter fare da solo ciò che diverse migliaia di soldati non erano riusciti a fare da quando crano iniziate le guerre apache.

L'esercito rimase a San Carlos e John Clum dette le dimissioni. Sebbene simpatico, Clum non aveva mai imparato a pensare come un Apache, a mettersi nei panni degli Apache, come aveva fatto Tom Jcffords. Non riusciva a capire che resistevano fino alla fine. Non riusciva a vederli come figure eroiche che preferivano la morte alla pcrdita della loro eredità.

Agli occhi di John Clum, Geronimo, Victorio, Nana, Loco, Naiche e gli altri combattenti erano fuorilegge, ladri, assassini e' ubriaconi: troppo reazionari per adottare il modo di vivere dell'uomo bianco. E così John Clum lasciò gli Apache a San Carlos. Andò a Tombstone, nell'Arizona, e fondò un giornale battagliero, 1'« Epitaph ,

Prima della fine dell'estate del 1877 la situazione a San Carlos divenne caotica. Sebbene il numero degli indiani fosse aumentato di diverse centinaia di unità, i rifornimenti supplementari giungevano con lentezza. A peggiorare le cose, invece di distribuire le razioni nei vari accampamenti, il nuovo agente pretese che tutte le bande si recassero nel principale edificio dell'agenzia.

Alcuni Apache dovevano fare più di 30 chilometri a piedi, e se i vecchi e i bambini non erano in grado di recarvisi, non ricevevano le razioni. Anche i minatori invasero la parte nord-orientale della riserva e si rifiutarono di andarsene. Il sistema di autocontrollo istituito da Cluri1 cominciò a disgregarsi.

La notte del 2 settembre Victorio condusse fuori dalla riserva la sua banda di Warm Springs e iniziò il viaggio di ritorno a Ojo Caliente. La polizia apache lo inseguì, ricatturò la maggior parte dei cavalli e dei muli che gli indiani di Warm Springs avevano preso dai recinti di White Mountain, ma lasciò andare gli uomini. Dopo vari scontri a fuoco lungo il cammino con ranchers e soldati, Victorio raggiunse Ojo Caliente.

Per un anno l'esercito lo lasciò stare lì insieme al suo popolo, sotto la sorveglianza dei soldati di Fort Wingate e poi, verso la fine del 1878, giunse l'ordine di riportarli a San Carlos.

Victorio pregò gli ufficiali dell'esercito di lasciar vivere il suo popolo nel territorio dove era nato, ma quando comprese che non glielo avrebbero permesso, gridò: <Potete mettere le nostre donne e i nostri bambini nei vostri carri, ma i miei uomini non partiranno! >

Victorio e circa ottanta dei suoi guerrieri fuggirono sui monti Mimbres e passarono un duro inverno lontano dalle loro famiglie. Nel febbraio 1878 Victorio e pochi uomini si recarono al presidio di Ojo, Cali ente e dichiararono di arrendersi se l'esercito avesse fatto tornare le loro famiglie da San Carlos. L'esercito rimandò la decisione per alcune settimane, quindi, finalmente, annunciò che si sarebbe fatto un compromesso.

Gli Apache di Warm Springs avrebbero potuto stabilirsi nel Nuovo Messico, ma avrebbero dovuto vivere con i Mescalero a Tularosa. Victorio si dichiarò d'accordo e per la terza volta in due anni egli e il suo popolo dovettero ricominciare da capo.

Nell'estate del 1879 fu presentata contro Victorio una vecchia accusa di furto di cavalli e assassinio; e gli uomini della legge giunsero nella riserva per arrestarlo. Victorio fuggì, e gli Apache erano condannati, a meno che non si difendessero con le armi come avevano fatto in Messico da quando erano arrivati gli spagnoli. Dopo aver stabilito la sua roccaforte nel Messico, Victorio cominciò a reclutare un esercito di guerriglieri «per fare la guerra per sempre» contro gli Stati Uniti. Prima della fine del 1879 aveva messo insieme una banda di duecento guerriglieri mescalero e chiricahua.

Per procurarsi i cavalli e i rifornimenti, saccheggiavano le fattorie messi cane e poi facevano audaci incursioni nel Nuovo Messico e nel Texas, uccidendo i coloni dovunque li trovassero, tendendo imboscate alle forze di cavalleria lanciate al loro inseguimento e fuggendo poi dall'altra parte del confine.

Con il perdurare della guerriglia, l'odio di Victorio si fece più profondo. Egli divenne un assassino spietato, che torturava e mutilava le sue vittime. Alcuni dei suoi seguaci lo giudicarono un pazzo e lo abbandonarono. Sulla sua testa fu posta una taglia di tremila dollari. Infine, gli eserciti degli Stati Uniti e del Messico decisero di collaborare nello sforzo congiunto di prenderlo in, trappola. Il 14 ottobre 1880 i soldati messicani intrappolarono la banda di Victorio sulle colline Tres Castillos fra Chihuahua e El Paso.

Massacrarono ventotto Apache, compreso Victorio, e catturarono sessantotto donne e bambini. Circa trenta guerrieri fuggirono. Fra quelli che fùggirono vi era un guerriero mimbres che aveva già oltrepassato la settantina. Il suo nome era Nana. Sin da quando era giovane aveva combattuto gli uomini bianchi di lingua spagnola e di lingua inglese.

Nana non aveva alcun dubbio che la resistenza doveva continuare. Avrebbe reclutato un altro esercito di guerriglieri, e il posto migliore dove trovarli erano le riserve, in cui centinaia di giovani vivevano rinchiusi senza aver nulla da fare. Nell'estate del 1881 questo piccolo Apache, coperto di cicatrici e di rughe, attraversò il Rio Grande con un pugno di seguaci. In meno di un mese essi combatterono otto battaglie, catturarono duecento cavalli e ripararono nel Messico con un migliaio di cavalleggeri alle calcagna.

Le razzie di Nana non avvenivano mai vicino a White Mountain, ma gli Apache del posto sapevano delle sue imprese audaci e l'esercito reagì inviando centinaia di soldati a cavallo a guardia della riserva.
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MessaggioTitolo: Re: Goyathlay   Goyathlay Icon_minitimeLun Mar 03, 2008 4:47 pm

In settembre i Chiricahua di San Carlos si allarmarono causa di una esercitazione della cavalleria vicino al loro accampamento. Circolavano dovunque voci preoccupanti; si diceva che l'esercito si stava preparando ad arrestare tutti i capi che erano sempre stati ostili. Una notte, alla fine di quello stesso mese, Geronimo, Juh, Naiche e circa settanta Chiricahua fuggirono da White Mountain e si diressero verso i! Sud, nella loro vecchia roccaforte della Sierra Madre in Messico.

Sei mesi dopo (aprile 1882), bene armati ed equipaggiati, i Chiricahua tornarono a White Mountain. Erano decisi a liberare tutto il loro popolo e qualunque altro Apache che volesse tornare in Messico con loro. Fu un'audace impresa. Galopparono nell'accampamento di Capo Loco e persuasero la maggior parte dei restanti Apache Chiricahua e Warm Springs a partire per il Messico.

Furono subito inseguiti da sei compagnie di cavalleria comandate dal colonnello George A. Forsyth. (Egli era sopravvissuto alla battaglia in cui fu ucciso Naso Aquilino)

Nel Canyon Horse Shoe, Forsyth raggiunse gli Apacbe in fuga, ma con una brillante azione di retroguardia gli indiani trattennero le truppe il tempo necessario da permettere al gruppo principale di entrare nel Messico. Qui accadde il disastro in modo inaspettato. Un reggimento messicano di fanteria piombò sulla colonna apache, massacrando la maggior parte delle donne. e dei bambini che cavalcavano in testa. Fra i capi e i guerrieri che riuscirono a scampare vi furono Loco', Naiche, Chato e Geronìmo. Esacerbati, ridotti a un pugno di uomini, si unirono presto al vecchio Nana e ai suoi guerriglieri. Per tutti loro si trattava ormai di una guerra per la sopravvivenza.

Ogni nuova fuga a White Mountain aveva prodotto un incremento del numero dei soldati. Pullulavano dovunque, a Fort Thomas, Fort Apache, Fort Bowie - e ogni loro aumento numerico produceva maggiore inquietudine fra gli Apache nella riserva, più fughe nel Messico, con le inevitabili razzie ai danni dei ranchers lungo le strade che percorrevano nella fuga.

Per porre fine al caos, l'esercito chiamò ancora una volta il generale George Crook che nel frattempo era diventato un uomo completamente diverso da quello che aveva lasciato dieci anni prima l'Arizona per andare al Nord a combattere i Sioux e i Cheyenne. Egli aveva imparato da loro e dai Ponca, durante il processo di Orso in Piedi, che gli indiani erano esseri umani, un punto di vista che la maggior parte dei suoi ufficiali subalterni non aveva ancora accettato.

Il 4 settembre l ~~2 Crook assunse il comando del dipartimento dell'Arizona a Whipple Barracks e poi si affrettò ad andare nella riserva White Mountain. Tenne consigli con gli Apache a San Carlos e a Fort Apache; prese da parte singoli indiani e parlò privatamente con loro. «Mi accorsi subito che vi era un sentimento generale di sfiducia verso il nostro popolo in tutte le bande di Apache » egli riferì. c Fu con molta difficoltà che riuscii a farli parlare, ma dopo' aver superato i loro sospetti, conversarono francamente con me. Mi dissero che avevano perso la fiducia in ogni cosa, e che non sapevano più a chi o a che cosa credere; che veniva loro detto continuamente, da parte di gruppi irresponsabili, che dovevano essere disarmati, che stavano per essere attaccati dalle truppe nella riserva e spostati dal loro paese; e che stavano giungendo rapidamente alla conclusione che sarebbe stato più da uomini morire combattendo che essere annientati a quel modo. »

Crook era convinto che gli Apache della riserva «non solo avevano tutte le ragioni di lamentarsi, ma avevano dimostrato una notevole pazienza rimanendo in pace».

Sin dalle sue prime indagini scoprì che gli indiani erano stati derubati «delle razioni e delle merci acquistate dal governo per il loro mantenimento e sostentamento, da agenti disonesti e da altri uomini bianchi senza scrupoli». Trovò una quantità di prove che gli uomini bianchi stavano cercando di spingere gli Apache a un'azione violenta, per poterli scacciare dalla riserva, e arraffare le terre rimaste libere.6

Crook ordinò l'immediato allontanamento dalla riserva di tutti i minatori e pionieri bianchi e poi chiese la completa collaborazione dell'lndian Bureau per introdurre riforme. Invece di essere costrette a vivere vicino a San Carlos o a Fort Apache, alle diverse bande fu dato il diritto di scegliere nella riserva il posto che preferivano per costruirvi le case e i ranch.

I contratti per la fornitura del fieno sarebbero stati stipulati con gli Apache invece che con fornitori bianchi; l'esercito avrebbe comperato tutte le eccedenze di mais e di ortaggi prodotti dagli indiani, pagando in contanti. Avrebbero potuto auto-governarsi, riorganizzare la toro polizia e mantenere i propri tribunali, come avevano fatto ai tempi di lohn Clum, Crook promise che non avrebbero mai visto i soldati nella loro riserva, a meno che si dimostrassero incapaci di mantenere l'ordine.

Inizialmente gli Apache erano scettici. Essi ricordavano i modi duri di Crook ai. vecchi tempi quando egli era il Lupo Grigio che dava la caccia a Kociss e ai Chiricahua, ma essi scoprirono presto che egli intendeva fare ciò che diceva. Le razioni divennero più abbondanti, gli agenti e i commercianti smisero di truffarli, non vi erano più i soldati a maltrattarli, e il Lupo Grigio li incoraggiò ad allevare le loro mandrie e a cercare posti migliori per coltivare il mais e i fagioli, Erano di nuovo liberi, finché restavano dentro la riserva.

Ma non riuscivano a dimenticare i loro parenti che erano veramente liberi nel Messico e vi era sempre qualche giovane che fuggiva verso il Sud, e qualcuno che ritornava con eccitanti notizie di avventure e di divertimenti.

Anche Crook pensava molto agli Apache Chiricahua e Warm Springs che si trovavano in Messico. Egli sapeva che era solo una questione di tempo e che presto o tardi avrebbero attraversato ancora una volta il confine; e sapeva che doveva tenersi pronto. Il governo degli Stati Uniti aveVa recentemente firmato un accordo con il governo messicano che permetteva ai soldati di ciascun paese di attraversare il confine durante l'inseguimento di Apache ostili. Egli si stava preparando ad approfittare di questo accordo, sperando che così facendo avrebbe potuto evitare che i civili dell'Arizona e del Nuovo Messico lo costringessero a iniziare una guerra.

< Accade troppo spesso ~ disse Crook «che i giornali di frontiera spargano ogni genere di esagerazioni e di falsità sugli indiani, che vengono riprese da giornali accreditati e a grande tiratura, in altre parti del paese, mentre si viene a sapere molto raramente la versione indiana dei fatti. In questo modo la gente si fa una falsa idea di tutta la faccenda. Poi, quando avvengono i disordini, l'attenzione generale è rivolta agli indiani, vengono condannati solo i loro crimini e atrocità, mentre le persone la cui ingiustizia li ha spinti in questa direzione, la fanno franca e sono quelli che li denunciano con maggior foga, nessuno conosce questa situazione meglio degli indiani, e quindi è scusabile se non vedono alcuna giustizia in un governo che pensa solo a punirli, mentre permette all'uomo, bianco di derubarli come meglio gli pare. >

L'idea di un'altra guerriglia con gli Apache faceva inorridire Crook. Egli sapeva che era praticamente impossibile vincerli nel territorio montuoso dove si sarebbe svolta la guerra.

«Con tutti gli interessi che sono in gioco, non possiamo permetterei di combatterli» ammise francamente. «Noi siamo troppo colpevoli, come nazione, dell'attuale stato di cose. Ne consegue che dobbiamo accontentarli e che d'ora in avanti dovranno essere trattati con giustizia e protetti dagli abusi degli uomini bianchi. »
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MessaggioTitolo: Re: Goyathlay   Goyathlay Icon_minitimeLun Mar 03, 2008 4:48 pm

Crook credeva che avrebbe potuto convincere Geronimo e gli altri capi della guerriglia delle sue buone intenzioni, non combattendoli, ma parlando con loro. 1l posto migliore per fare questo sarebbe stata una delle loro roccaforti messicane dove non vi sarebbero stati fomentatori di guerre indiane o giornali tendenziosi che istigassero a una guerra per accumulare profitti e accaparrare terre.

Mentre attendeva una incursione sul confine per avere la scusa di entrare nel Messico, Crook formò con calma il suo «corpo di spedizione». Esso era costituito da circa cinquanta soldati e interpreti civili accuratamente scelti e da circa duecento giovani Apache della riserva. molti dei quali avevano partecipato almeno una volta a qualche razzia nel Messico.

Nelle prime settimane del 1883 spostò una parte di questi uomini vicino alla nuova Southern Pacific Railroad che attraversava l'Arizona a circa 8O chilometri dal confine. Il 21 marzo tre capi minori - Chato, Chihuahua e Bonito - fecero un'incursione in una miniera vicino a Tombstone. Appena Crook fu informato dell'incidente, iniziò gli ultimi preparativi per entrare nel Messico. Tuttavia, solo dopo parecchie settimane di ricerche, le sue guide scoprirono che il campo base dei Chiricahua si trovava nella Sierra Madre del Messico.

In quella stagione Quando le Foglie Sono Verde-Scuro (maggio), Geronimo guidò una razzia contro i ranchers messicani per procurarsi bestiame. l soldati messicani inseguirono la banda di Geronimo, ma questi tese un'imboscata ai soldati, inflisse loro gravi perdite e fuggì. Mentre gli Apache stavano tornando alla loro base, uno degli uomini che erano stati lasciati di guardia incontrò Geronimo e gli disse che Lupo Grigio (Crook) aveva preso l'accampamento e catturato tutte le donne e i bambini.

Jason Betzinez, uno dei cugini di Geronimo che cavalcava con il gruppo apache, raccontò in seguito che Geronimo scelse due dei suoi più anziani guerrieri perché andassero là con una bandiera bianca e scoprissero cosa era venuto a fare Lupo Grigio. «Invece di tornare dove si trovava Geronimo", disse Betzinez «i due uomini risalirono a metà la montagna e dissero a tutti di venire giù... I nostri guerrieri scesero il fianco della montagna, proseguirono fino alla tenda del generale Crook, dove, dopo una lunga riunione dei capi, ci arrendemmo tutti al generale.

In realtà Geronimo ebbe tre lunghi colloqui con Crook prima di raggiungere un accordo. Il capo apache dichiarò che aveva sempre voluto la pace, ma che era stato maltrattato a San Carlos da cattivi uomini bianchi. Crook ammise che ciò era probabilmente vero, ma se Geronimo voleva tornare alla riserva, Lupo Grigio avrebbe fatto in modo che fosse trattato giustamente. Tutti i Chiricahua che tornavano, tuttavia, avrebbero dovuto lavorare come contadini e allevatori di bestiame per guadagnarsi da vivere. «lo non vi porto via le vostre armi,» aggiunse Crook «perché non ho paura di voi. »

A Geronimo piacquero i modi bruschi di Crook, ma quando il generale annunciò che doveva riportare la sua colonna in Arizona entro un giorno circa, Geronimo decise di metterlo alla prova, per vedere se Crook veramente si fidava di lui.

Il capo apache disse che ci volevano diversi mesi per radunare tutto il suo popolo. «lo rimarrò qui» egli disse «fino a quando avrò raccolto l'uItimo uomo, donna e bambino chiricahua."

Anche Chato sarebbe rimasto ad aiutarlo. Insieme avrebbero portato tutto il popolo a San Carlos. Con grande sorpresa di Geronimo, Crook accettò la proposta.

Il 30. maggio la colonna partì verso il Nord. Con essa partirono 251 donne e bambini e 123 guerrieri, compresi Loco, Mangas (il figlio di Mangas Colora do), Chihuahua, Bonito e persino il vecchio rugoso Nana, tutti i capi di guerra tranne Geronimo e Chato.

Passarono otto mesi, e poi fu Crook a rimanere sorpreso. Fedeli alla parola data, Geronimo e Chato attraversarono la frontiera nel febbraio 1884 e furono scortati a San Carlos. «Sfortunatamente, Geronimo fece l'errore di portare con sé una grossa mandria di bestiame che aveva rubato ai messicani » disse Jason Betzinez. «Questo sembrava molto giusto a Geronimo che pensava che fosse l'unico modo di fornire una buona scorta di cibo al suo popolo. Le autorità, ragionando da un diverso punto di vista, gli sequestrarono il bestiame.» Il L'onesto Lupo Grigio ordinò di vendere il bestiame e poi inviò il ricavato di 1.762,50 dollari al governo messicano perché fosse distribuito ai legittimi proprietari qualora fossero stati rintracciati.

Per oltre un anno il generale Crook poté vantarsi che «nessun reato o razzia di nessun genere» erano stati commessi dagli indiani dell'Arizona e del Nuovo Messico. Geronimo e Chato facevano a gara a sviluppare i loro ranchos e Crook teneva d'occhio l'agente perché distribuisse provviste adeguate.

Fuori dalla riserva e dai presidi militari, tuttavia, Crook veniva molto criticato e accusato di essere troppo accondiscendente con gli Apache; i giornali che egli aveva accùsato di diffondere «ogni genere di esagerazioni e di falsità sugli indiani » ora si volsero contro di lui. Alcuni giornalisti, particolarmente in malafede, arrivarono al punto di spargere la voce che Crook si era arreso a Geronimo nel Messico e aveva fatto un accordo con il capo chiricahua per salvare la propria vita.

Per quanto riguarda Geronimo, ne fecero una specie di diavolo, inventando decine di storie atroci sul suo conto e invitando i membri del comitato di vigilanza a impiccarlo, se non l'avesse fatto il governo. Mickey Free, l'interprete ufficiale dei Chiricahua, raccontò a Geronimo queste storie che circolavano sui giornali. «Quando un uomo cerca di fare il giusto, » commentò Geronimo «simili storie non dovrebbero apparire sui giornali.

Dopo l'Epoca di Piantare il Mais (primavera 1885) i Chiricahua divennero scontenti. C'era poco da fare per gli uomini, tranne che ritirare le razioni, giocare d'azzardo, litigare, oziare e bere tiswin. Il tiswin era proibito nella riserva, ma i Chiricahua avevano una gran quantità di mais per fare la birra e il bere era uno dei pochi piaceri dei vecchi tempi che era rimasto loro.

La notte del 17 maggio, Geronimo, Mangas, Chihuahua e Nana, ubriachi fradici di tiswin, decisero di andare nel Messico. Si recarono a trovare Chato 'per invitarlo' a seguirli, ma Chato era sobrio e rifiutò. Egli e Geroniino litigarono e per poco non passarono a vie di fatto prima della partenza di Geronimo e degli altri. Del gruppo facevano parte novantadue donne e bambini, otto ragazzi e trentaquattro uomini.

Appena lasciarono San Carlos, Geronimo tagliò i fili del telegrafo.

Sia gli uomini bianchi sia gli Apache cercarono di spiegare in vari modi questo improvviso esodo da una riserva dove tutto apparentemente sembrava andare liscio. Alcuni dissero che la cosa era imputabile all'euforia del tiswin; altri dissero che le brutte storie che circolavano sui Chiricahua avevano fatto temere loro di essere arrestati. «Essendo stati messi in catene una volta prima che la banda venisse spedita a San Carlos, » disse Jason Betzinez « alcuni capi erano decisi a non subire un'altra volta un simile trattamento. >

Geronimo in seguito spiegò la cosa in questo modo: «Qualche tempo prima che-me ne andassi, un indiano di nome Wadiskay ebbe un colloquio con me. Disse: "Stanno pensando di arrestarti", ma non gli badai, pensando che non avevo fatto nulla di male; e ]a moglie di Mangas, Huera, mi disse che stavano pensando di prendermi e di mettere me c Mangas in prigione e venni a sapere dai soldati americani e apache, da Chato e da Mickey Freeche gli americani si stavano preparando ad arrestarmi e a impiccarmi e così me ne andai »

La fuga dèl gruppo di Geronimo attraverso l'Arizona diede il via a un susseguirsi di voci incontrollate. I giornali uscirono con titoli a caratteri cubitali: GLI APACHE SONO USCITI DALLA RISERVA! La stessa parola «Geronimo» divenne un sinonimo di sangue. Il «Tucson Ring» di appaltatori. vedendo una possibilità di una lucrosa campagna militare, chiese al generale Crook di mandare subito truppe per proteggere i cittadini bianchi indifesi dagli assassini apache. Geronimo invece stava disperatamente cercando di evitare qualsiasi scontro con i cittadini bianchi; tutto ciò che egli voleva fare era far passare rapidamente la frontiera al suo popolo e raggiungere il vecchio rifugio sulla Sierra Madre. Per due giorni e due notti i Chiricahua cavalcarono senza posa. Lungo il cammino, Chihuahua cambiò idea e decise di non andare più nel Messico; uscì dalla pista con la sua banda con l'intenzione di ritornare nella riserva. I soldati che lo inseguivano raggiunsero Chihuahua, lo costrinsero a combattere, dopo di che egli iniziò una sanguinosa serie di saccheggi prima di varcare il confine del Messico.

Tutte le aggressioni che egli commise furono attribuite a Geronimo, perché pochi nell'Arizona avevano mai sentito parlare di Chihuahua.

Nel frattempo Crook stava cercando di evitare ]a vasta operazione militare che i membri del Tucson Ring e i loro amici politici a Washington gli stavano chiedendo. Egli sapeva che l'unico modo di trattare con tre dozzine di guerrieri apache era quello di negoziare personalmente: A ogni modo, per la tranquillità dei cittadini locali, ordinò a pochi soldati di cavalleria di uscire da tutti i forti, posti sotto il suo comando, ma egli contava esclusivamente sulle sue fide guide apache per trovare i Chiricahua ribelli. Fu grato che Chato e il figlio minore di Kociss, Alchise, si offrissero entrambi volontariamente di cercare Geronimo.
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MessaggioTitolo: Re: Goyathlay   Goyathlay Icon_minitimeLun Mar 03, 2008 4:49 pm

Poiché l'autunno si avvicinava, era chiaro che Crook avrebbe dovuto attraversare ancora una volta la frontiera del Messico. Gli ordini da Washington erano inequivocabili: uccidere i fuggitivi o costringerli a una resa senza condizioni. .

Nel frattempo i Chiricahua avevano scoperto che nella Sierra Madre li stavano aspettando alcune unità dell'esercito messicano. Dovendo scegliere fra i messicani, che volevano solo ucciderli, e gli americani, che erano disposti a farli prigionieri, Geronimo e gli altri capi decisero infine di ascoltare Chato e Alchise.

Il 25 marzo 1886 i capi apache c ostili. si incontrarono con Crook a pochi chilometri a sud del confine a Canon de los Emhudos. Dopo tre giorni di discorsi appassionati, i Chiricahua acconsentirono ad arrendersi. Crook poi disse loro che dovevano arrendersi senza condizioni; e quando essi chiesero che cosa significava, rispose loro francamente che probabilmente sarebbero stati portati lontano, nell'Est, in Florida, come prigionieri.

Essi replicarono che non si sarebbero arresi finché Lupo Grigio non avesse promesso che sarebbero ritornati nella loro riserva dopo due anni di prigione. Crook accolse la proposta: gli sembrava fattibile. Credendo di poter convincere Washington che una simile resa era meglio di nessuna resa, acconsentì. c lo mi consegno a te. disse Geronimo. c Fai di me ciò che ti pare. lo mi arrendo. Una volta mi muovevo come il vento. Ora mi arrendo a te e questo è tutto.

Alchise chiuse il consiglio pregando Crook di avere pietà dei suoi fratelli Chiricahua smarriti. c Sono tutti buoni amici ora e io sono contento che si siano arresi perché sono tutti lo stesso popolo... un 'unica famiglia di cui faccio parte anch'io; proprio come quando si uccide un cervo, tutte le sue parti appartengono allo stesso corpo; così con i Chiricahua... Noi vogliamo ora viaggiare sul sentiero aperto e bere le acque degli americani e non nasconderei sulle montagne; vogliamo vivere senza pericoli o disagi.

Sono molto contento che i Chiricahua si siano arresi e che io sia riuscito a parlare per loro... lo non ti ho mai detto una bugia, né tu hai mai detto una bugia a me, e ora io ti dico che questi Chiricahua davvero vogliono fare ciò che è giusto e vivere in pace. Se essi non lo faranno, allora ho detto una bugia, e tu non devi credermi più. Va tutto bene; va' avanti a Fort Bowie: io voglio che tu porti via nella tua tasca tutto ciò che è stato detto qui oggi.

Convinto che i Chiricahua sarebbero venuti a Fort Bowie con il suo gruppo di guide, Crook corse là a telegrafare al dipartimento della Guerra a Washington le condizioni che aveva concesso ai capi chiricahua, Con sua grande delusione, ricevette la seguente risposta: Non possiamo approvare la resa degli indiani ostili a condizione che vengano imprigionati per due anni nell 'Est con l'intesa di lasciarli tornare poi nella riserva

Lupo Grigio aveva fatto un'altra promessa che non poteva mantenere. Come colpo finale, il giorno dopo venne a sapere che Geronimo e Naiche si erano staccati dalla colonna a pochi chilometri da Fort Bowie e stavano fuggendo nella direzione opposta, verso il Messico, Un commerciante del c Tucson Ring. li aveva riempiti di whiskey e di menzogne su come i cittadini bianchi dell'Arizona li avrebbero certamente impiccati, se fossero tornati. Secondo lason Betzinez, Naiche si ubriacò e sparò in aria con il fucile.

Geronimo pensò che fosse iniziato il combattimento con le truppe. Egli e Naiche, presi dal panico, fuggirono precipitosamente. insieme a circa trenta seguaci. » Forse accadde anche qualcos'altro. «Temevo di essere tradito» disse in seguito Geronimo «e quando diventammo sospettosi., tornammo indietro." Naiche qualche tempo dopo disse a Crook: « Avevo paura di essere portato da qualche parte dove non mi sarebbe piaciuto: in un posto che non conoscevo. Pensavo che tutti quelli che venivano portati via sarebbero morti... Ci ero arrivato con la mia testa da solo... Ne parlammo fra noi. Eravamo ubriachi... perché vi era un sacco di whiskey e volevamo bere qualcosa, e così bevemmo ».

Come risultato della fuga di Geronimo, il dipartimento della Guerra rimproverò severamente Crook per la sua negligenza, per aver concesso condizioni di resa non autorizzate, per il suo atteggiamento tollerante verso gli indiani. Egli rassegnò immediatamente le dimissioni e fu sostituito da Nelson Miies (Cappotto d'Orso), un comandante di brigata che aspirava a una promozione.

Cappotto d'Orso assunse il comando il 12 aprile 1886, Con il pieno appoggio del dipartimento della Guerra, mise rapidamente in campo cinquemila soldati (circa un terzo degli effettivi dell'esercito). Egli disponeva inoltre di cinquecento guide apache e di migliaia di civili raggruppati nella milizia. Organizzò una colonna volante di cavalleggeri e un costoso sistema di eliografi per trasmettere messaggi attraverso l'Arizona e il Nuovo Messico. Il nemico che doveva essere sconfitto da questa potente forza militare era Geronimo e il suo «esercito» di ventiquattro guerrieri. che per tutta l'estate del 1886 furono anche costantemente inseguiti da migliaia di soldati dell'esercito messicano.
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MessaggioTitolo: Re: Goyathlay   Goyathlay Icon_minitimeLun Mar 03, 2008 4:49 pm

Alla fine furono Grande Naso Capitano (tenente Charles Gatewood) e due guide apache, Martine e Kayitah, che trovarono Geronimo e Naiche nascosti in un canyon della Sierra Madre. Geronimo depose il fucile e strinse la mano a Grande Naso Capitano domandandogli tranquillamente come stava.

Chiese poi notizie degli Stati Uniti. Come stavano i Chiricahua'! Gatewood gli disse che i Chiricahua che si erano arresi erano già stati spediti in Florida. Se Geronimo si fosse arreso al generale Miles sarebbe stato probabilmente mandato in Florida e li avrebbe raggiunti.

Geronimo voleva sapere tutto di Cappotto d'Orso Miles,

La sua voce era aspra o gradevole all'udito? Era crudele o di animo gentile'? Quando parlava. guardava il suo interlocutore negli occhi o guardava a terra? Avrebbe mantenuto le sue promesse? Poi disse a Gatewood; «Vogliamo il tuo consiglio. Immagina di essere uno di noi. e non un uomo bianco. Ricordando tutto ciò che è stato detto oggi, e da Apache, che cosa ci consiglieresti di fare date le circostanze?".

c Mi fiderei del generale Miles e della sua parola" rispose Gatewood.

E così Geronimo si arrese per l'ultima volta. 11 Grande Padre a Washington (Grover Cleveland), che credeva a tutte le sinistre storie raccontate dai giornali sul conto di Geronimo, propose che fosse impiccato. Il consiglio di uomini che conosceva meglio le cose, prevalse, e Geronimo e i suoi guerrieri sopravvissuti furono spediti a Fort Marion, in Florida.

Egli trovò la maggior parte dei suoi amici che stava morendo in quella terra umida e calda, così diversa dal paese secco e montuoso dove erano nati. Più di un centinaio morirono di una malattia diagnosticata come tubercolosi. Il governo portò via tutti i loro bambini e li mandò nella scuola indiana a Carlisle, in Pennsylvania, e più di cinquanta dei loro bambini morirono là.

Non solo furono mandati in Florida gli indiani «ostili », ma anche molti di quelli «amici », comprese le guide che avevano lavorato per Crook. Martine e Kayitah, che condussero il tenente Gatewood nel nascondiglio di Geronimo, non ricevettero i dieci cavalli che gli erano stati promessi per la loro missione; furono invece mandati in prigione in Florida. Chato, che aveva cercato di dissuadere Geronimo dal lasciare la riserva e poi aveva aiutato Crook a trovarlo, fu improvvisamente prelevato del suo rancho e inviato in Florida. Perse il suo appezzamento di terreno e tutto il suo bestiame; due dei suoi bambini furono mandati a Carlisle e morirono lì entrambi.

I Chiricahua rischiavano di estinguersi; avevano combattuto troppo duramente per conservare la loro libertà.

Ma essi non erano i soli. EskimiQzin degli Aravaipa, che era diventato economicamente indipendente nel suo ranch sul fiume Gila, fu arrestato sotto l'accusa di avere avuto rapporti con un fuorilegge noto come Apache Kid. Eskiminzin e i quaranta Aravaipa superstiti furono mandati a vivere con i Chiricahua in Florida. In seguito, tutti questi esiliati furono trasferiti a Mount Vernon Barracks, nèll'Alabama.

Se non fosse stato per gli sforzi di alcuni amici bianchi come George Crook, lohn Clum e Hugh Scott, gli Apache sarebbero stati presto sepolti sotto terra in quel posto infestato da febbri malariche sul fiume Mobile. Malgrado le obiezioni di Cappotto d'Orso Miles e del dipartimento della Guerra, riuscirono a far ritornare a San Carlos Eskiminzin e gli Aravaipa.

I cittadini dell'Arizona tuttavia si rifiutarono di riammettere nello stato i Chiricahua di Geronimo. Quando i Kiowa e i Comanche appresero dal tenente Hugh Scott la situazione in cui si trovavano i Chiricahua, offrirono ai loro vecchi nemici apache una parte della loro riserva. Nel 1894 Geronimo accompagnò i sopravvissuti a Fort Sin, dove, quando morì nel 1909, ancora prigioniero di guerra, fu sepolto nel cimitero apache. Circola ancora una leggenda che poco tempo dopo la sua sepoltura, le sue ossa furono segretamente dissepolte e portate da qualche parte nel Sud-ovest: forse sui Mogollon, o sui monti Chiricahua, o nel cuore della Sierra Madre nel Messico. Egli fu l'ultimo dei capi apache
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