MammeSocie
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.
MammeSocie

Di tutto un po'.. rubacchiato nell'etere o improvvisato al momento ^^
 
IndicePortaleCercaUltime immaginiRegistratiAccedi

 

 SEGNALAZIONI CON LE COPERTE

Andare in basso 
AutoreMessaggio
Admin
Admin
Admin
Admin


Numero di messaggi : 493
Età : 104
Localizzazione : Ovunque
Data d'iscrizione : 26.10.07

SEGNALAZIONI CON LE COPERTE Empty
MessaggioTitolo: SEGNALAZIONI CON LE COPERTE   SEGNALAZIONI CON LE COPERTE Icon_minitimeLun Mar 03, 2008 8:25 pm

Di Capo Lutero Orso in Piedi

Da Land of the Spotted Eagle di Capo Lutero Orso in Piedi, pp. 80-81



Capo Lutero Orso in Piedi, nacque nel 1868 e trascorse la sua infanzia nelle praterie del Nebraska e del Dakota. All’età di undici anni fu mandato alla scuola indiana di Carlisle, in Pennsylvania, che frequentò per quattro anni. Dopo essere stato per breve tempo impiegato a Wanamakers, divenne insegnate nella Scuola indiana dell’Agenzia di Rosebud, nel Sud Dakota. Nel 1898, entrò a far parte del complesso di spettacoli di Buffalo Bill, il Wild West Show, e durante i suoi ultimi anni, fece l’attore cinematografico, tenne delle conferenze, e scrisse i libri che gli diedero fama.





----Gli indiani avevano molti mezzi per comunicare fra loro. I guerrieri delle praterie, in pochi minuti, per mezzo del fumo, potevano trasmettere un messaggio non troppo complicato, a cento e più miglia di distanza, perché nelle belle giornate i segnali di fumo trasmettevano le notizie quasi con la stessa velocità dei “fili parlanti” degli uomini bianchi. Le segnalazioni con lo specchio, spesso usate durante i combattimenti, servivano per trasmettere direttamente un messaggio, con un sistema di lampeggiamenti, a una distanza variante fra gli otto e i diciassette chilometri.

Quando i guerrieri di varie tribù si riunivano, parlavano a segni. Lungi dall’essere primitivo, questo mezzo di comunicazione era scorrevole e preciso quasi un discorso. Chi sapeva parlare a segni con abilità, era in grado di comunicare un sottile gioco di parole o una storia complicata, e perfino i concetti più astratti. Il linguaggio a segni era, insomma, una scrittura ideografica tradotta in gesti, con un simbolismo che spesso giungeva al livello della poesia. Il segno che serviva a indicare la parola “primavera”, consisteva nel porre la mano destra sul terreno, col dorso all’ingiù, il pollice e le altre dita rivolte verso l’alto. Poi la mano s’alzava più volte per indicare l’erba che cresce. Il segno che serviva a indicare la parola “autunno” consisteva nel rappresentare le foglie che cadono da un albero. L’idea della “falsità” era descritta facendo il segno che indicava la parola “parlare” seguito da quello che indicava “diversi modi”.----



Racconta: Capo Lutero Orso in Piedi.

Presso gli indiani delle Praterie, la coperta veniva usata comunemente come mezzo di comunicazione, soprattutto per le conversazioni a distanza, come quelle fra un villaggio e l’altro o da una collina alla pianura. Quando l’esploratore giungeva in vista del villaggio ed aveva fatto il suo segnale di richiamo, annunciava l’avvicinarsi del nemico o il prossimo arrivo di una mandria di bufali arrotolando e gettando per aria più volte, con un rapido gesto, la coperta, e acchiappandola come se fosse una palla. Questo segnale significava: “Correte.” I cacciatori e i guerrieri davano allora mano alle armi, preparandosi alla caccia o al combattimento.

Se l’esploratore sventolava la coperta su e giù adagio molte volte, e poi la stendeva per terra e vi saltava sopra, ciò significava, per coloro che stavano di sentinella, che si avvicinava un gran numero di bufali. Allora i cacciatori aspettavano che l’esploratore dicesse loro quanti erano i bufali che stavano arrivando. Se faceva, diciamo, quattrocento metri in una direzione, poi tornava verso la coperta, faceva altrettanti metri nella direzione opposta e tornava di nuovo verso la coperta, voleva dire che s’avvicinava una mandria sterminata. Ma se faceva solo pochi metri nelle due direzione, per poi tornare al punto di partenza, voleva dire che aveva avvistato una mandria non troppo numerosa. In ambedue i casi, venivano fatti i preparativi – i cacciatori riempivano di frecce le faretre, affilavano i coltelli, raccoglievano legna per il fuoco, in una parola tutti si mettevano in moto.

Si usava la coperta anche per dare il segnale di adunata. La si sventolava con un movimento che l’allontanava dal corpo e poi la riavvicinava. L’uomo usava il braccio destro, la donna il sinistro. Si usava il fumo per cominciare a distanza, e nel villaggio c’era sempre qualcuno che stava di sentinella, se si attendevano cacciatori, guerrieri, o esploratori. Questa specie di segnalazione, di solito la si cominciava ad usare a due giorni di viaggio da casa. Il fumo significava vittoria, e se una spedizione militare tornava senza fare segnali di fumo, voleva dire che non c’erano vittorie da annunciare.

Dei diversi mezzi di comunicazione, il più spettacolare era costituito dalle pantomime danzate dai campioni della tribù – cacciatori, esploratori, o guerrieri – e dalle danze delle donne, sempre eseguite in omaggio al maschio. Il Lakota era attore nato, e in certi casi dimostrava una meravigliosa abilità nelle rappresentazioni davanti alla tribù.

Attento osservatore della vita animale, le sue imitazioni del passo, del modo di procedere e di comportarsi degli animali, risultavano perfette. Mediante movimenti del corpo, espressioni del volto, passi complicati, ornamenti simbolici, e perfino contrazioni dei muscoli, le caratteristiche di quel dato animale venivano rappresentate con la massima fedeltà.

Quando si imitavano animali come la tartaruga occorrevano, naturalmente, un perfetto controllo dei muscoli e una sottile forza di suggestione.

Ogniqualvolta i campioni della tribù si riunivano per eseguire le loro danze, era un’occasione per fare gran festa e per rinsaldare i legami sociali. Con la danza, il guerriero rappresentava le sue imprese, l’esploratore le sue avventure, il cacciatore le sue peripezie, e l’uomo di medicina le sue esperienze; perché i racconti, non importa come sono fatti, non mancano mai di deliziare la gente. Inoltre, così si mantenevano vive le memorie tradizionali.

Il popolo delle Praterie si è sempre distinto dagli altri popoli per la maniera espressiva con cui muoveva le mani nel cosiddetto “linguaggio a segni” vale a dire quei gesti usati per comunicare, che hanno tanto spesso incuriosito gli europei
Torna in alto Andare in basso
https://supermamme.forumattivo.com
 
SEGNALAZIONI CON LE COPERTE
Torna in alto 
Pagina 1 di 1

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
MammeSocie :: NATIVI AMERICANI :: STORIA :: I racconti antichi degli indiani d'America-
Vai verso: