La musica è vita

IL SUONO: UNA TERAPIA DOLCE...



Quando parliamo di suono non parliamo di qualcosa che gli esseri umani contengono ma di ciò di cui sono formati. Siamo suono in quanto siamo vibrazione, non figuratamente musicale ma inaudibilmente sonora, che non significa inesistente. Quando nasce il linguaggio nasce il canto. E quando non è il canto, è l’ estensione, il suo prolungamento in uno strumento musicale. Qui c’è la base della reale terapia attraverso la musica.

Una terapia musicale lavora con il suono esistente in ogni persona ed anche con l’idea molto precisa che questo suono è di per sé intelligente e che può essere guidato coscientemente. C’è un punto fondamentale ed è che noi non sempre ascoltiamo ma molto spesso udiamo. Il percorso interiore per passare da uno stadio all’altro è molto grande. E’ un processo che richiede tempo e rilassamento ed è in stretto rapporto con una respirazione ben tonificata. Esiste una corda interiore in ognuno che può essere o molto tesa o molto floscia. Quando è tesa nel modo giusto si producono tutti gli armonici, come dire che c’è tutta la espansione, l’irradiazione, la possibilità di comprendere e di ricevere. Durante l’assestamento e la giusta tensione di questa corda avviene il processo terapeutico, quindi la guarigione avviene attraverso gli armonici.

E allora, come ci possiamo predisporre alla possibilità di poter vibrare in simpatia con quello che si ascolta e permettere l’affinamento della corda interiore? Non si può parlare di sessioni di musicoterapia ma di incontri per approfondire la capacità di ascolto. Questo concetto parte dall’idea che in noi tutto è ‘udito’ e ogni vibrazione sonora penetra e interagisce con la nostra struttura.

Un approccio di lavoro con il suono consiste come prima cosa nel predisporsi all’ascolto e poi, molto prima di qualsiasi intervento verbale, nell’ entrare direttamente in contatto con la vibrazione sonora. Bisogna sedersi comodamente (non distesi), in una posizione che permetta di permanere con una profonda attenzione ( fisica, mentale, psichica) e svegli. Si può anche fare una ginnastica molto lenta con movimenti liberi e in relazione al suono. Questo aiuta a prendere coscienza di quello che stiamo ascoltando e allo stesso tempo invita ad espandere questa sensazione. Bisogna lasciare al suono il tempo di entrare, farsi sentire e lasciare che esso si propaghi, che vibri in noi fino all’ultima cellula, fino all’ultima ramificazione nervosa. La nostra profonda natura sonora è una graduale presa di coscienza. Tale processo ci va rivelando la nostra vera identità, ciò che siamo oggi e qual è il nostro piano di sviluppo.

Uno dei primi benefici che si riscontra da questo lavoro è una sorta di allineamento in cui si sente di stare nel proprio vero centro. Con l’approfondimento dell’ascolto non solo arriviamo fino al nostro centro ma anche lo manteniamo vivo. Qui sparisce il peso del corpo ed i blocchi energetici dando vita ad una buona percezione e migliorando la capacità di ascolto. Ciò che sentiamo è un senso di libertà che ci può alleggerire da un mal di testa o da un abbassamento animico. Il suono puro va dove il corpo lo richiede, lo necessita.

Con l’identificazione della malattia in termini musicali si scoprono quali sono gli armonici bloccati. Recentemente siamo solo nella fase prettamente iniziale dello studio del mondo sonoro e dell’ effetto di tipo sottile che esercita. E’ sicuro che con il passare del tempo si produrranno processi che ci permetteranno di arrivare alla cura di malattie particolari ma il primo passo è di imparare ad ascoltare. Attraverso questo si comprende come riuscire ad armonizzarci e da lì portare realmente il processo di ascolto verso una medicina globale.

Molti si chiederanno se determinata musica serve per il trattamento concreto di alcuni malesseri, come possono essere l’angoscia o la tristezza. Il maestro Daniel Levy, compositore e profondo conoscitore degli effetti del suono, spiega che esistono quattro toni di base che non sono delle semplici tonalità musicali ma delle grandi energie. Il primo tono serve per passare dalla mancanza di energia alla forza, il secondo dalla depressione all’ottimismo positivo, il terzo dalla paura al coraggio e il quarto dall’ansietà e dall’irritabilità all’entusiasmo. Accanto a questi esistono altri tre toni che rappresentano tre qualità pilastro nella vita dell’uomo: la gioia, la compassione e la calma. Da un profondo lavoro nasce un percorso sonoro che si rifà all’antica saggezza musicale pitagorica e risponde all’esigenza di ritrovare la capacità terapeutica e taumaturgica insita nel suono. ‘I Sette Toni di Equilibrio, il trattamento musicoterapeutico di Pitagora’ permettono all’ascoltatore di pervenire ad una conoscenza di sé in modo attivo e cosciente, contenendo in sé tutte le risonanze di cui abbiamo bisogno.

Il suono è una potente vibrazione risolutrice dei blocchi energetici e costituisce il più alto nutrimento della psiche e gli armonici ne contengono il sacro potere. Tutte le antiche scuole misteriche di grandi civiltà avevano una profonda conoscenza della relazione tra suono e guarigione e consideravano la vibrazione quale forza creatrice suprema dell’universo.

Da qui la consapevolezza che la musica è vita.