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 LA SCRITTURA IDEOGRAFICA DEGLI OJIBWAY

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MessaggioTitolo: LA SCRITTURA IDEOGRAFICA DEGLI OJIBWAY   LA SCRITTURA IDEOGRAFICA DEGLI OJIBWAY Icon_minitimeLun Mar 03, 2008 8:24 pm

raccontata da Capo Kah-ge-ga-gah-bowh (George Copway), da Traditional History and Characteristic Sketches of the Ojibway Nation (pp. 126-136).



--Gli indiani non avevano alfabeto, perciò scrivevano per mezzo di ideogrammi, che a volte erano incisi sul rame, ma più spesso dipinti su corteccia di betulla o pelli di animali. Il più famoso di tutti gli scritti ideografici è il Walam Olum, vale a dire “riquadro dipinto” dei Delaware, che è la storia della tribù graffita su tavolette di legno. Un altro famoso manoscritto indiano è il Computo invernale di Cane Solitario, una “cronaca invernale” della tribù Sioux, riportata su pelle di bufalo dipinta. Tale cronaca va dal 1800 al 1871, e ad ogni inverno corrisponde un dipinto.

Cosa piuttosto strana, Cane Solitario e gli altri storici che lavorarono su pelli di bufalo, trascurarono avvenimenti che a noi sembrerebbero importanti. Un branco di cavalli rubati in fuga, sta a rappresentare l’anno in cui ebbe luogo una grande battaglia, oppure una caccia con esito favorevole tiene il posto di un importante trattato di pace.

Molte tribù, specialmente quelle che vivevano vicino al mare, si servivano dei wampum per gli scritti ideografici. Questi frammenti di conchiglie colorate venivano forati e uniti assieme fino a formare delle cinture, ma in modo che il disegno combinasse un messaggio. I trattati erano spesso conservati su cinture di wampum. Peter D. Clarke, un autore Wyandott, scrisse che “tutte le cinture di wampoum che rappresentavano qualche convenzione internazionale, venivano riposte negli archivi della nazione Wyandott. Ogni cintura recava qualche segno, che rappresentava la natura del patto, o trattato stipulato fra le parti, il contenuto segreto del quale era affidato alla memoria dei Capi”.---



Racconta: Capo Kah-ge-gsa-gah-bowh ( Gorge Copway):

C’è un luogo, nella terra degli indiani, dove sono depositati i documenti sacri. Questi documenti sono scritti, su una sola facciata, sopra strisce di corteccia e tavolette di legno, e vengono esaminati una volta ogni quindici anni; in tale occasione le tavolette deteriorate sono sostituite con altre nuove. Molte nazioni indiane dell’Ovest hanno luoghi nei quali depositano i documenti che si dice abbiano dato origine ai loro culti. Gli Objibway hanno tre di questi nascondigli, non lontano dalle acque del Lago Superiore. Dieci dei più saggi e venerabili membri della nazione hanno la loro dimora nelle vicinanze, e sono i custodi dei documenti stessi.

L’apertura dei nascondigli ha luogo ogni quindici anni. Allo scadere del periodo, se, morendo, qualcuno ha lasciato un posto vacante, nella primavera dello stesso anno si scelgono altri uomini che, verso il mese d’agosto, sono chiamati ad assistere all’apertura dei nascondigli. Come questi sono aperti, vengono date ai nuovi membri tutte le informazioni necessarie; poi i documenti sono messi a loro disposizione. Le tavolette vengono esaminate con estrema attenzione, e se qualcuna presenta un principio di deterioramento, è messa da parte, e se ne fabbrica una copia esatta, che viene messa al suo posto. Quella vecchia è divisa in parti uguali fra i saggi. Le si attribuisce un grandissimo valore per il fatto di essere riposta nel nascondiglio; in quanto oggetto sacro, ogni sua particella è considerata sacra: a chiunque la possegga, essa può dare la saggezza, e la si ritiene efficace, qualunque sia l’uso al quale è destinata.

Questi documenti sono scritti su pietre lisce, rame, piombo, o sulla corteccia della betulla. Si dice che il documento sia la trascrizione di ciò che il Grande Spirito comunicò agli indiani dopo il diluvio, e che da allora fu diffuso in tutto il paese per bocca dei saggi. Si tratta per bocca dei saggi. Si tratta di un codice di leggi morali che gli indiani chiamano “ il sentiero tracciato dal Grande Spirito.” Essi credono che l’obbedienza a queste leggi porterà come risultato una vita lunga e felice. I documenti contengono certi emblemi che tramandano le antiche forme di culto, e le norme per la consacrazione dei quattro sacerdoti che, soli, possono interpretarli. Vi è rappresentata la vita dell’uomo nel suo wigwam, prima che la morte fosse nel mondo, e il sentiero che poi l’uomo seguì è additato come ad esempio agli uomini di oggi.

Nella primavera del 1836, il Capo Oreille (“Coda di Alce”), parlò a mio zio di uno di questi nascondigli. Disse che egli ne era stato nominato custode circa cinque anni prima, e che i custodi si erano serviti per molto tempo, come depositi, delle località più impreviste, dove scavano una buca profonda cinque metri, piantando grossi alberi di cedro intorno alla fossa. Al centro, veniva posto un grosso tronco cavo di cedro, sigillato a un’estremità con della gomma.

L’estremità aperta era rivolta verso l’alto, e all’interno trovavano posto i documenti avvolti in piume d’oca o di cigno, che venivano cambiate ad ogni ispezione. Queste penna nere poi usate in guerra, perché si riteneva che possedessero un potere protettivo. Quando ci si accampa, un ciuffetto di queste penne viene posto vicino al luogo in cui i guerrieri eseguono le loro danze.

Queste sono alcune delle immagini che noi usiamo per scrivere. Per mezzo di tali immagini, e di altre dello stesso tipo, gli Ojibway possono scrivere i loro canti di guerra e di caccia. Un indiano che sappia tracciarle con abilità, è in grado di mandare un messaggio a un altro indiano, e con questo sistema può farsi capire perfettamente, come un viso pallido per mezzo di una lettera.

Per comunicare, esistono oltre duecento immagini di uso comune. Gli oggetti materiali vengono rappresentati mediante il disegno dell’oggetto stesso.

Queste rappresentazioni per mezzo di disegni vennero usate dagli Ojibway fino al giorno in cui furono introdotti presso di loro i costumi europei. Quando ciò accadde, gli Ojibway trascurarono quasi completamente di comunicare con le altre nazioni, tranne che per mezzo di qualche messaggero straordinario, e divennero molto cauti nel dare informazioni riguardanti la religione ai bianchi si burlavano di loro.

Quando incombeva un pericolo o nel corso di una guerra, per trasmettere un messaggio, si usavano collane di perline e conchiglie, e quest’uso è in voga ancor oggi (1850). Queste perline e conchiglie erano colorate, e ciascuna aveva un significato, a seconda della posizione che occupava lungo il filo. Nero, voleva dire o guerra o morte; bianco, pace e prosperità; rosso poteva rappresentare il cuore del nemico; collana metà bianca e metà rossa, o con perline dei due colori alternate, l’inizio della pace o lo scoppio di una guerra.

I numeri si segnano sulle conchiglie. Il nodo indica il punto in cui comincia il messaggio o il nome della persona che lo invia. Quando s’infilano le perline o le conchiglie, per prima cosa s’introduce la fine della frase, in modo che la prima parola del messaggio sia nelle mani della persona che lo compila. Questo modo di comunicare è il più comune.

Trecento anni fa, i Delaware corrispondevano con questo mezzo coi Shawnee del Sundusky sul Lago Erie; e questi ultimi con gli Ojibway dei laghi Superiore e Huron.

Fu questo il mezzo usato da Pontiac per i suoi appelli agli indiani del Lago Michigan, del Lago Huron, e delle Praterie dell’ Ovest, durante la guerra. Gli indiani affermano che queste perline non possono dire bugie, perché l’uomo che le porta non può, strada facendo, alterare o aggiungere nulla.
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